La storia della porta
Nelle case romane e greche si trova solo traccia sporadica di qualche porta interna, ma la porta, almeno fino a tutto il periodo classico, rimane prevalentemente legata alla funzione di isolare la casa dall'esterno dell'abitazione.
Nei secoli successivi e via via sino al medioevo la porta interna comincia a prendere una collocazione negli edifici civili: inizialmente però sarà una prerogativa delle case dei nobili o dei ricchi mercanti e verrà utilizzata per preservare l'intimità del padrone dagli sguardi indiscreti della servitù e quindi verrà destinata perlopiù alle camere padronali. Nelle case popolari la promiscuità della vita non richiedeva l'installazione di porte.
È nel rinascimento che le case cominciano ad avere una certa abbondanza di infissi. La porta inizia ad avere anche una funzione decorativa oltre che pratica e come del resto tutti i mobili presenti nell'abitazione, il legno più o meno pregiato oltre che meglio lavorato testimonia l'opulenza del proprietario dell'edificio.
Al noce, al cipresso e al castagno, spesso intarsiati e decorati, utilizzati di preferenza nelle case signorili, fanno da contraltare il pioppo o l'olmo nelle case borghesi. Nelle case povere le porte interne restavano una rarità.
la vera ed ampia diffusione della porta da interni si avrà a partire dal 1700, quando essa si diffonderà via via nelle case cittadine. Il legno viene laccato, lavorato a cornici e dorature, arricchito di decorazioni dipinte ed applicazioni in rilievo. Per attendere la rivalutazione delle venature del legno lasciate a vista bisognerà attendere il 1800.
da allora la porta acquista dei connotati formali sempre più vicini a quelli dei prodotti che oggi troviamo in vendita che spesso costituiscono l'interpretazione innovativa delle linee classiche su basi tecnologicamente assai più avanzate.